Nei paesi irpini le donne di casa usavano, un tempo, riunirsi attorno al braciere a raccontare storie di janare, streghe, incantatrici: archetipi di una comunità, portatrici di insegnamenti, esse stesse simboli dell’ombra che il sapere getta sulle certezze codificate. Riannodare i legami ‘affatati’ stretti con sapienza dalle antiche abitanti dell’entroterra irpino significa recuperare una civiltà che, naturalmente, non è solo femminile.
Pur non avendo la presunzione di rappresentare un’intera comunità, anche la nostra è una storia di famiglia: la nostra zia ‘Ngiolina parlava con gli spiriti e custodiva antiche ricette di bevande medicamentose ed era esperta di erbe curative. E’ stata lei la fonte di ispirazione per la scelta del nome “Le Streghe Ubriache” che ha dato vita alla nostra avventura.